Il 1 Giugno 2013, nelle sale del Museo Casa Vasari di Arezzo, veniva inaugurata la mostra “Giorgio Vasari, la casa, le carte, il teatro della memoria”.
L’esposizione, allestita in occasione della manifestazione “Amico Museo. Le Case della Memoria” promossa dalla Regione Toscana, era curata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo e dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana. Essa intendeva completare e suggellare il Convegno “L’ultimo “apparato”: Giorgio Vasari, la casa, le carte, il teatro della memoria”, curato dalle stesse Soprintendenze e tenutosi a Firenze ed Arezzo nella ricorrenza del V centenario Vasariano (i cui atti sono editi nel volume Giorgio Vasari, la casa, le carte, il teatro della memoria a cura di S. Baggio, P. Benigni, D. Toccafondi, Firenze, Leo S. Olschki, 2015).
La mostra prendeva le mosse dal tema, centrale in Vasari, dell’importanza della scrittura, che sola può salvare la memoria degli uomini illustri dalla “voracità del tempo”. Venivano esposti alcuni documenti che testimoniavano i rapporti dell’artista aretino con letterati come Annibal Caro, Paolo Giovio e Pietro Aretino. I documenti selezionati testimoniavano anche il legame privilegiato di Vasari con il duca Cosimo I che, dal 1554, fu il suo principale committente. Il percorso si chiudeva con le due edizioni delle “Vite”, e in particolare, con le pagine dedicate da Vasari a Michelangelo e alla propria autobiografia, suggello di una vita straordinaria, dedicata a “lasciar fama e dilettar l’ingegno”. L’ambientazione nelle diverse sale della casa, in alcuni casi direttamente richiamate dai documenti, in altri casi contenenti allegorie e immagini fortemente connesse con la consapevolezza dell’artista e con la sua concezione dell’arte e della sua storia, ovvero con le stesse motivazioni che ispirarono la vita di Vasari e che ritroviamo nelle sue carte, confermava la profonda connessione tra gli elementi di cui si compone la memoria vasariana: il suo archivio, la sua casa aretina, la sua eredità.
Si ritiene utile riproporre in questo sito il percorso della Mostra del 2013, che esemplifica efficacemente un tema rimasto finora pressoché ignorato: quello della complessa macchina di memoria messa in scena da Vasari, all’origine anche della sua opera di iniziatore della storia dell’arte.