Nell’autorappresentazione che Vasari ci lascia di sé – tanto nelle Vite che nell’Autobiografia – un posto di tutto rilievo spetta dunque al suo rapporto con Michelangelo, prima maestro riconosciuto e venerato e poi anche carissimo amico e corrispondente affettuoso: né credo – afferma Vasari – che ci sia nessuno che possa mostrare maggior numero di lettere scritte da lui proprio, né con più affetto che egli ha fatto a me.
G. VASARI, Vita del gran Michelangnolo Buonarroti, Giunti, Firenze, 1568
Per documentare questo legame del tutto speciale con Michelangelo Vasari pubblica nella seconda edizione delle Vite (1568) molte delle lettere che il Buonarroti gli ha inviato, tra le quali Giorgio amico caro, voi direte bene ch’io sie vecchio e pazzo a voler far sonecti […], accompagnata dal sonetto Giunto è già ’l corso della vita mia […].
G. VASARI, Vita di Michelagnelo Buonarroti Fiorentino, Le Vite…, edizione Giuntina 1568
Il percorso compiuto da Vasari, che rivisita retrospettivamente tutta la sua esistenza inscrivendola in un moto ascendente che lo colloca tra gli intellettuali e gli artisti più prestigiosi della sua epoca, culmina nell’Autobiografia con la quale egli chiude la seconda edizione delle Vite, collocando se stesso e la narrazione della propria vita in posizione speculare rispetto alla Vita di Michelangelo, che aveva posto a conclusione della prima edizione.
G. VASARI, Le Vite…., edizione Giuntina, Firenze. 1568. Frontespizio della terza parte contenente sia la vita di Michelangelo che l’autobiografia di Giorgio Vasari.
Nello stesso periodo in cui pubblica la seconda edizione delle Vite, in cui ricostruisce la genealogia di artisti che gli furono progenitori e maestri, Vasari dipinge gli ovali della Sala della Fama, tra i quali inserisce con Michelangelo anche se stesso.
Museo Casa Vasari Arezzo, Sala della Fama e delle Arti, Michelangelo © SABAP per le province di Siena Grosseto e Arezzo. Foto: Alessandro Benci
Museo Casa Vasari Arezzo, Sala della Fama e delle Arti, Giorgio Vasari, autoritratto © SABAP per le province di Siena Grosseto e Arezzo. Foto: Alessandro Benci