Secondo la sua stessa testimonianza è proprio nel circolo di intellettuali, per lo più letterati, che si riuniva a casa del Cardinale Farnese che nacque, su suggestione degli Elogia di Paolo Giovio e del suo Museo di Ritratti degli uomini Illustri, il progetto della pubblicazione delle Vite.
La stesura dell’opera è incoraggiata e seguita dallo stesso Giovio e da Annibal Caro, che nelle loro lettere esprimono ripetutamente la convinzione, divenuta poi centrale anche in Vasari, che solo la scrittura garantisca la trasmissione della memoria dei fatti narrati e la fama imperitura degli Autori.
Sala del Trionfo della Virtù, lato camino, Museo Casa Vasari, Arezzo
Così scrive Paolo Giovio a Vasari il 2 aprile 1547:
Museo Casa Vasari Arezzo, Archivio Vasari 10 (44), c. 13rv. Paolo Giovio in Roma a Giorgio Vasari in Firenze, 2 aprile 1547.
Annibal Caro scrive a Vasari il 15 dicembre 1547:
Museo Casa Vasari Arezzo, Archivio Vasari 11 (45), cc. 5rv, 7rv. Annibal Caro in Roma a Giorgio Vasari in Rimini, 15 dicembre 1547.