Proprio per poterle dare alle stampe, l’Aretino era solito richiedere indietro gli originali delle sue lettere ai loro destinatari: è per questo motivo che di esse si sono perse le tracce. Le due lettere di Pietro Aretino che si presentano in questa sezione della mostra costituiscono pertanto una piccola rarità. Indirizzate al comune amico Gualtieri Bacci, che forse le mostrò a Vasari, furono da quest’ultimo “trattenute” tra le sue carte personali. Esse, pur risalendo a due periodi molto diversi dell’avventurosa vita dell’Aretino, testimoniano dei forti legami che egli costantemente mantenne con la famiglia aretina dei Bacci e con il suo entourage.
Anche Vasari, amico di Gualtieri e teneramente “preso” di Maddalena Bacci, frequentava la famiglia Bacci già prima del suo matrimonio con Niccolosa di Francesco Bacci, avvenuto nel 1550.
La prima di queste lettere, interamente autografa, è datata Mantova 1 marzo 1523, e risale al periodo in cui l’Aretino è costretto a lasciare precipitosamente Roma prima dell’arrivo del nuovo Papa Adriano VI, che egli aveva violentemente attaccato in favore del Cardinale Giulio de’ Medici (il futuro Clemente VII), e a rifugiarsi, in cerca di miglior fortuna, presso Federigo Gonzaga, che l’aveva accolto benevolmente:
L’Aretino conclude la sua lettera raccomandando il suo ricordo agli amici di Arezzo: Gualtieri e Francesco Bacci, le donne di casa, Matteo, Monna Checca e messer Giuliano Bacci, lo zio Fabiano del Boncio e Giovanni Lappoli (Jo Pollastrino),al quale manda anche un sonetto.
Museo Casa Vasari Arezzo, Archivio Vasari 9 (43), cc. 111r-112v. Pietro Aretino in Mantova a Gualtieri Bacci in Arezzo, 1 marzo 1523.
La seconda lettera risale al periodo veneziano quando l’Aretino, ormai famoso, ha già cominciato a pubblicare le sue epistole con l’editore Marcolini. Oberato dal lavoro e con pochissimo tempo a disposizione, egli si scusa con il Bacci per non aver risposto alle sue lettere, ma gli assicura tutta la sua riconoscenza: sempre ve ne rendei gratie o con la lingua della mente o con la penna del pensiero.
Scritta, stavolta, da un copista o da un segretario, la lettera porta in calce la firma autografa di Pietro Aretino.
Museo Casa Vasari Arezzo, Archivio Vasari 9 (43), cc. 113r-114v. Pietro Aretino in Venezia a Gualtieri Bacci in Arezzo, 20 giugno 1539.