Gerarchia:
Titolo attribuito: Elenco di informazioni relative al dio Giove fornite da Cosimo Bartoli a Vasari
Contenuto: Il documento contiene in forma di elenco una serie di informazioni relative al dio Giove [fornite dal Bartoli al Vasari]: i nomi delle ninfe che nutrirono Giove bambino, cioè Amaltea e Melissa; gli appellativi latini del dio; i tre simboli di Giove, cioè il fulmine a tre punte, la quercia e l'aquila con relativi motti; le forme assunte dal dio per consumare i suoi amori, cioè la pioggia d'oro [per Danae], l'aquila [per Ganimede], il toro [per Europa], il cigno [per Leda], Anfitrione per unirsi alla moglie di quest'ultimo, Alcmena, e generare Ercole. Segue il suggerimento di raffigurare [nella Sala di Giove in Palazzo Vecchio a Firenze] l'episodio relativo alla lotta contro i Titani.
Note: mm. 215x150.
Il documento, autografo del Bartoli, è da riferire alla decorazione pittorica della Sala di Giove in Palazzo Vecchio a Firenze, per la quale il Bartoli stesso, in un altro suo scritto contenuto in 31, cc. 25r-26v, si era impegnato a fornire al Vasari il relativo soggetto iconografico. A c. 105r compare, infatti, l'annotazione a lapis, presumibilmente di mano di Karl Frey: "..... at 26", che indica, appunto, come questo documento vada ricollegato a quanto il Bartoli aveva promesso, come è riportato a c. 26 dello "Zibaldone". I brevi appunti contenuti in questo documento non costituiscono certo l' "inventione" vera e propria, sicuramente fornita al Vasari in forma discorsiva, ed ora non più conservata. Lo conferma anche l'annotazione che compare a c. 105v di mano di Giorgio Vasari: "Informationi di Giove". Presumibilmente si tratta di una nota preliminare alla stesura dell'invenzione stessa, oppure di un frammento di un documento più ampio che conteneva l'intera spiegazione del soggetto iconografico. In "Vasari's Florence", Exhibition, p. 15, si ipotizza che questi appunti siano stati tratti dalle "Genealogie deorum gentilium libri" del Boccaccio, fonte utilizzata dal Vasari per la realizzazione dei cicli pittorici nel Quartiere degli Elementi di Palazzo Vecchio. Nel documento l'indicazione dei nomi "Amaltea et Melissa" è da riferirsi alla scena dell' "Infanzia di Giove", raffigurata al centro del soffitto della sala di Giove; le indicazioni delle trasformazioni attuate da Giove vanno riferite alle scene degli amori del dio, rappresentati nel fregio della sala e nei perduti arazzi per le pareti; l'ultima affermazione del Bartoli "farei che egli fulminassi i Giganti", cioè i Titani, sembrerebbe un suggerimento poi non accolto dal Vasari; la serie di appellativi latini con cui era noto il dio Giove si trova citata nello stesso ordine nei "Ragionamenti" del Vasari (cfr. VASARI-MILANESI, VIII, p. 63), in riferimento ai templi fatti edificare dal dio per se stesso. La descrizione delle figure di Amaltea e Melissa, i riferimenti ai tre simboli di Giove e agli amori del dio, elencati in questo documento, sono pure riportati nei "Ragionamenti". Si potrebbe ipotizzare che questo manoscritto sia stato utilizzato anche come "promemoria", o foglio di appunti, per la compilazione del "Ragionamento" relativo alla Sala di Giove (Giornata prima, Ragionamento quinto: cfr. VASARI-MILANESI, VIII, pp. 62-71).
Opere artistiche menzionate:
- Vasari, Giorgio e aiuti, "Infanzia di Giove, allegorie di virtù, scene di sacrifici, putti e paesaggi", Firenze, Palazzo Vecchio, Quartiere degli Elementi, Sala di Giove, decorazione del soffitto.
Il documento, autografo del Bartoli, è da riferire alla decorazione pittorica della Sala di Giove in Palazzo Vecchio a Firenze, per la quale il Bartoli stesso, in un altro suo scritto contenuto in 31, cc. 25r-26v, si era impegnato a fornire al Vasari il relativo soggetto iconografico. A c. 105r compare, infatti, l'annotazione a lapis, presumibilmente di mano di Karl Frey: "..... at 26", che indica, appunto, come questo documento vada ricollegato a quanto il Bartoli aveva promesso, come è riportato a c. 26 dello "Zibaldone". I brevi appunti contenuti in questo documento non costituiscono certo l' "inventione" vera e propria, sicuramente fornita al Vasari in forma discorsiva, ed ora non più conservata. Lo conferma anche l'annotazione che compare a c. 105v di mano di Giorgio Vasari: "Informationi di Giove". Presumibilmente si tratta di una nota preliminare alla stesura dell'invenzione stessa, oppure di un frammento di un documento più ampio che conteneva l'intera spiegazione del soggetto iconografico. In "Vasari's Florence", Exhibition, p. 15, si ipotizza che questi appunti siano stati tratti dalle "Genealogie deorum gentilium libri" del Boccaccio, fonte utilizzata dal Vasari per la realizzazione dei cicli pittorici nel Quartiere degli Elementi di Palazzo Vecchio. Nel documento l'indicazione dei nomi "Amaltea et Melissa" è da riferirsi alla scena dell' "Infanzia di Giove", raffigurata al centro del soffitto della sala di Giove; le indicazioni delle trasformazioni attuate da Giove vanno riferite alle scene degli amori del dio, rappresentati nel fregio della sala e nei perduti arazzi per le pareti; l'ultima affermazione del Bartoli "farei che egli fulminassi i Giganti", cioè i Titani, sembrerebbe un suggerimento poi non accolto dal Vasari; la serie di appellativi latini con cui era noto il dio Giove si trova citata nello stesso ordine nei "Ragionamenti" del Vasari (cfr. VASARI-MILANESI, VIII, p. 63), in riferimento ai templi fatti edificare dal dio per se stesso. La descrizione delle figure di Amaltea e Melissa, i riferimenti ai tre simboli di Giove e agli amori del dio, elencati in questo documento, sono pure riportati nei "Ragionamenti". Si potrebbe ipotizzare che questo manoscritto sia stato utilizzato anche come "promemoria", o foglio di appunti, per la compilazione del "Ragionamento" relativo alla Sala di Giove (Giornata prima, Ragionamento quinto: cfr. VASARI-MILANESI, VIII, pp. 62-71).
Opere artistiche menzionate:
- Vasari, Giorgio e aiuti, "Infanzia di Giove, allegorie di virtù, scene di sacrifici, putti e paesaggi", Firenze, Palazzo Vecchio, Quartiere degli Elementi, Sala di Giove, decorazione del soffitto.
Unità documentarie collegate:
Segnatura: AV, 31 (65), c. 105rv
Bibliografia:
- Inventario e regesto dei manoscritti dell'archivio vasariano, Del Vita, Alessandro, Roma: R. Istituto d'archeologia e storia dell'arte, 1938, 209 p. ; 26 cm.
- Vasari, Giorgio, Lo zibaldone di Giorgio Vasari, Del Vita, Alessandro, Roma: R. Istituto d'archeologia e storia dell'arte, 1938, 358 p. ; 25 cm.
- Vasari, Giorgio, Le vite de' più eccellenti pittori scultori ed architettori, Milanesi, Gaetano, Firenze: Sansoni, 1906, 9 voll.