Gerarchia:
Titolo attribuito: Descrizione delle allegorie dei mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile
Contenuto: Descrizione delle allegorie dei seguenti mesi: [Gennaio?]: [una figura con due volti?], uno giovane e uno vecchio, che tiene nelle mani una verga e delle chiavi, con ai piedi una serpe che si morde la coda; Febbraio: un sarcedote vestito di pelli di pecora, che sacrifica su di un altare un capro; Aprile: Venere con colombe e due amorini, uno che sparge fiori e uno con delle frecce rotte; Marzo: Marte armato, con vicino un lupo ed un "pico" [picchio?] su un ramo di fico.
Note: mm. 280x109; lacerazione della carta, con perdita di parte del testo a c. 65r (ora integrata con carta di restauro).
Databile all'incirca al 1553.
A c. 65r compare l'annotazione di mano dello stesso Vasari: "mesi del cavalier Armodio". Il "cavalier Armodio" è stato identificato da FREY, I, p. 386, seguito da DEL VITA, "Zibaldone", p. 150, nota 1 e da "Principi, letterati", Cat. mostra, p. 129, con Gaspare Omodeo, o de Amadeis (fl. 1549-1555), mercante e antiquario romano (su cui cfr. LANCIANI, II, pp. 83, 105, III, pp. 28-29, 149); questi però non risulta fosse cavaliere. Si ritiene tuttavia che il personaggio in questione sia da identificare con Giovanni Armonio (Harmonius, Harmodius Marsus), letterato di origine abruzzese, attivo a Venezia a partire dal 1500, dove fu socio dell'Accademia musicale. Al riguardo gli studiosi hanno notato alcune corrispondenze iconografiche tra i mesi di marzo e di aprile qui descritti e quelli raffigurati dal Vasari negli affreschi di una loggia di Palazzo Altoviti a Roma, iniziata il 10 settembre 1553 (su cui cfr. 30, c. 21r /n. 215): ciò ha fatto ipotizzare che per la realizzazione del programma iconografico degli affreschi romani il Vasari abbia interpellato, oltre ad Annibal Caro, anche altri letterati, fra i quali vi era forse lo stesso Omodeo. Dalla corrispondenza con l'artista risulta infatti che il Caro fosse in ritardo nel fornire la sua "inventione": cfr. 11, c. 6rv e 31, cc. 63r-64v. Ma i contatti con l'Armonio da parte del Vasari vanno più verosimilmente fatti risalire al periodo del soggiorno veneziano dell'artista, cioè al 1541-42 (su cui cfr. 30, c. 11r /n. 119 - c. 11v /n. 126).
Opere artistiche menzionate:
- Vasari, Giorgio, "Tributo a Cerere, i dodici mesi dell'anno, Flora e l'Arno, Roma e il Tevere", affreschi staccati, Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia (già Palazzo Altoviti).
Databile all'incirca al 1553.
A c. 65r compare l'annotazione di mano dello stesso Vasari: "mesi del cavalier Armodio". Il "cavalier Armodio" è stato identificato da FREY, I, p. 386, seguito da DEL VITA, "Zibaldone", p. 150, nota 1 e da "Principi, letterati", Cat. mostra, p. 129, con Gaspare Omodeo, o de Amadeis (fl. 1549-1555), mercante e antiquario romano (su cui cfr. LANCIANI, II, pp. 83, 105, III, pp. 28-29, 149); questi però non risulta fosse cavaliere. Si ritiene tuttavia che il personaggio in questione sia da identificare con Giovanni Armonio (Harmonius, Harmodius Marsus), letterato di origine abruzzese, attivo a Venezia a partire dal 1500, dove fu socio dell'Accademia musicale. Al riguardo gli studiosi hanno notato alcune corrispondenze iconografiche tra i mesi di marzo e di aprile qui descritti e quelli raffigurati dal Vasari negli affreschi di una loggia di Palazzo Altoviti a Roma, iniziata il 10 settembre 1553 (su cui cfr. 30, c. 21r /n. 215): ciò ha fatto ipotizzare che per la realizzazione del programma iconografico degli affreschi romani il Vasari abbia interpellato, oltre ad Annibal Caro, anche altri letterati, fra i quali vi era forse lo stesso Omodeo. Dalla corrispondenza con l'artista risulta infatti che il Caro fosse in ritardo nel fornire la sua "inventione": cfr. 11, c. 6rv e 31, cc. 63r-64v. Ma i contatti con l'Armonio da parte del Vasari vanno più verosimilmente fatti risalire al periodo del soggiorno veneziano dell'artista, cioè al 1541-42 (su cui cfr. 30, c. 11r /n. 119 - c. 11v /n. 126).
Opere artistiche menzionate:
- Vasari, Giorgio, "Tributo a Cerere, i dodici mesi dell'anno, Flora e l'Arno, Roma e il Tevere", affreschi staccati, Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia (già Palazzo Altoviti).
Unità documentarie collegate:
Segnatura: AV, 31 (65), c. 65rv
Persone/famiglie:
Bibliografia:
- Inventario e regesto dei manoscritti dell'archivio vasariano, Del Vita, Alessandro, Roma: R. Istituto d'archeologia e storia dell'arte, 1938, 209 p. ; 26 cm.
- Vasari, Giorgio, Lo zibaldone di Giorgio Vasari, Del Vita, Alessandro, Roma: R. Istituto d'archeologia e storia dell'arte, 1938, 358 p. ; 25 cm.
- Giorgio Vasari : principi, letterati e artisti nelle carte di Giorgio Vasari: Casa Vasari; pittura vasariana dal 1532 al 1554: sottochiesa di S. Francesco : Arezzo, 26 settembre-29 novembre 1981, Firenze: EDAM, 1981, 356 p., [201] p. di tav. : 376 ill. ; 23x20. Catalogo delle mostre. - In testa al frontespizio: Regione Toscana; Comune di Arezzo; Provincia di Arezzo; Soprintendenza ai beni ambientali architettonici artistici e storici di Arezzo
- Lanciani, Rodolfo, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, Roma: Quasar, 1989, 7 voll. : ill. ; 32 cm. Dalla elezione di Clemente 11. alla morte di Pio 9. (23 novembre 1700-7 febbraio 1878) / Rodolfo Lanciani ; coordinamento redazionale e apparato illustrativo a cura di Paolo Liverani e Maria Rosaria Russo